Parrocchia “S. Andrea Ap.”, Jelsi (CB)

La forte spiritualità del grano e la vocazione del Molise nella recente visita di Papa Francesco

IX Lettera pastorale in onore di S. Anna: Magna Mater frumenti e Gran Madre delle Messi

Nel solco degli incontri “sulle messi biondeggianti” che rafforzano l‘identità, la storia, la spiritualità dei nostri paesi continuano le forme di gemellaggio, quest’anno 2014, con la comunità di Pescolanciano (cfr Mauro Gioielli, Il trionfo delle Messi. Storia e tradizioni di Pescolanciano, Palladino Editore, agosto 2005), con cui abbiamo da poco celebrato la novena alla “Gran Madre delle Messi” portando in processione, insieme ai covoni di grano (in dialetto manuocchi), l’insigne  reliquia francese di S. Anna di Apt (Provenza), risalente all’imperatore Carlo Magno, donataci dall’Arcivescovo di Avignone Mons. Pierre Cattenoz. Gemellaggio rafforzato ancor più, dopo lo scorso anno con la carrese in onore di S. Leo proveniente da S. Martino in Pensilis, quest’anno dalla massiccia presenza della comunità di Larino con i tipici carri colorati di S. Pardo. Tanti colori e fiori, colture e allevamenti, volti diversi, tradizioni plurisecolari e vissuti che esprimono la radicata fede del popolo molisano che insieme, forte e fiero della civiltà contadina, affronta le difficoltà del presente e chiede forza di futuro. Ed ecco la spiritualità del grano, dei lavori e dei frutti della terra, per rafforzare la “maternità rurale”. “Maternità comporta travaglio, ma il travaglio del parto è orientato alla vita, è pieno di speranza”. Valorizziamo la vocazione alla terra (la madre terra con la sua fecondità), unendo tradizione e innovazione, mondo rurale e industriale come sottolineato dalla recente visita di Papa Francesco in Molise di cui offro alcuni cenni: “… lavorare la terra per vocazione. Il restare del contadino sulla terra non è rimanere fisso, è fare dialogo, un dialogo fecondo, un dialogo creativo. E’ il dialogo dell’uomo con la sua terra che la fa rifiorire, la fa diventare per tutti noi feconda. Occorre custodire la terra, perché dia frutto senza essere sfruttata”. Ci educa a questa profonda vocazione la Festa di S. Anna, “Magna Mater frumenti” e “Grande Madre delle Messi”, che dice il legame stretto tra la gente delle nostre terre e il grano, oro dei campi, moneta di scambio, merce preziosa. Culto antico collegato a divinità cerealicole femminili: quello della romana Cerere e ancor prima quello della greca Demetra, la Kerres dei Sanniti, la divinità delle messi e della fertilità, madre, signora della famiglia, lavoratrice dei campi. Amore confluito nella figura di S. Anna, Madre della Madonna, Compatrona della nostra comunità e sicura Protettrice delle nostre genti già prima del terremoto del 1805. Riflessioni, lavori, esperienze che diventano SCUOLA DI VITA e quindi di valori educativi per l’oggi. Ritorna alla mente il laborioso processo della coltivazione del frumento. A settembre l’approntamento dei campi già arati in agosto; la semina ad ottobre e la gestualità del contadino che sparge il seme nel campo; le apprensioni per l’andamento meteorologico; il riposo invernale sotto la neve; l’attenzione al germoglio primaverile; la cura attenta della sarchiatura di aprile-maggio, autentico rito impastato d’amore e di rispetto per le piantine destinate a crescere vigorose; i campi color verde e oro di fine giugno e inizio luglio; la mietitura e i gesti vigorosi dei mietitori; l’oro delle spighe mature; la trebbiatura sull’aia; il riportare al paese i sacchi di grano e i carichi di paglia da destinare agli animali della stalla in inverno; l’allegria della buona annata e la tristezza della cattiva, foriera, purtroppo, questa, di sofferenza e di fame. Ecco come S. Anna, S. Pardo, le feste dei santi patroni dicono le profonde radici e il significativo vissuto dei nostri paesi. E da qui l’invito ad essere contadini e allevatori per VOCAZIONE e non per costrizione; cogliendo le nuove urgenze, includendo e consorziando forze, intelligenze e mezzi moderni. “Che facciano i cristiani questi figli, che mangino pane con garbo e parsimonia, che bacino la fetta di pane che cade a terra, che mangino anche il pane secco, bagnato con acqua e un pizzico di sale”. Gesti sacri che restituiscono, come ha ricordato Papa Francesco a Campobasso il 5 luglio 2014, dignità all’uomo. Gesti che restituiscono la dimensione del legame stretto tra grano e uomo, della religiosità dei riti che gratificano, dicendo grazie al Datore di ogni dono, e alimentano la speranza. Dunque relazione stretta con la Madre terra come nelle epoche antiche quando questo legame era, ed è, come il cordone ombelicale che lega madre e feto nel ventre della donna. I Sanniti, in epoca precristiana, coltivavano i cereali nei campi più fertili del nostro territorio. Avevano selezionato una varietà di grano che porta il nome di solina che consentiva raccolti anche a quote di 1400 metri. Riscopriamo, assemblando questi piccoli tasselli di storia, di lavoro onesto e di spiritualità operosa, che compongono la trama delle nostre radici. Rafforziamo con impegno:

1) il legame ai paesi, alla terra, al culto antico, imparando dai santi la gioia di servire il Signore e di camminare nella libertà che Egli ci ha donato, dove la libertà diventa servizio e viceversa;

2) la “cultura della solidarietà davanti alla precarietà e alla disoccupazione, piaga che richiede da parte di tutti, ogni sforzo e tanto coraggio. E di questo, il Molise ha immenso bisogno, perché il lavoro è la grande sfida per le nostre terre, che deve coinvolgere tutti” (Saluto di Mons. Bregantini  al Papa, 05/07/14 al termine della Celebrazione Eucaristica);

3) il voler intrecciare gli steli di paglia per la treccia robusta, resistente al consumismo, al vuoto, alla noia esistenziale, per vivere nel segno del grano: il dono, le radici, l’appartenenza identitaria.

“L’interno gaudio chiama sul labbro la preghiera; dovunque ogni alma esclama in estasi d’amor: Ave, o Sant’Anna, madre della Diva Regina innanzi a cui s’inchina il mare, la terra, il ciel. / Tu germinasti il giglio dal seno immacolato, che diè la carne al Figlio dell’Eterno Signor. / Il serpe maledetto ci avvelenò la vita, ma il tuo materno affetto dal mal ci liberò. / Tutti con un sol core, mandiamo all’Alma Donna il cantico d’amore oggi e per ogni età” (Inno di Pescolanciano alla Madre S. Anna). Un grande saluto ai cari emigrati a Montreal e all’estero, in particolare all’Associazione statunitense St. Ann Club di Norwalk – Connecticut (U.S.A.) per il CENTENARIO di fondazione. A tutti l’augurio di un buon cammino nella grazia, nella forza e nella gioia del Signore.

Jelsi (CB): 26 luglio 2014                                                     Il Parroco: don Peppino Cardegna

 

CON GLI AUGURI DEL NOSTRO ARCIVESCOVO MONS. G. BREGANTINI:

Con affetto particolare, rafforzato quest’anno dalla gioia della VISITA PASTORALE di questa settimana, dove il Signore si è fatto Pane consacrato per la fame del mondo.

Con gioia solidale:

+ Padre GianCarlo, Vescovo