L'essenza della vita è costruire e sostenere le relazioni.

Contributo sulla dimensione oblativa della festa di Sant'Anna: la relazione come dono.

Nel suo ultimo libro, lo psicanalista di fama mondiale Luigi Zoja, parla senza giri di parole della "morte del prossimo" nelle nostre corrotte società occidentali.

… Per millenni, un doppio comandamento ha retto la morale ebraico-cristiana: ama Dio e ama il prossimo tuo come te stesso. Alla fine dell'Ottocento Nietzsche annunciò la morte di Dio ed ora, passato anche il Novecento, non è tempo di dire quel che tutti vedono? E' morto anche il prossimo…

Con la morte del prossimo scompare la seconda relazione fondamentale dell'uomo. L'uomo cade in una fondamentale solitudine. E' un orfano senza precedenti nella storia… La morte del prossimo lascia senza risposta un bisogno ancora più essenziale: una necessità non soltanto della cultura, come la religione, ma anche della natura, biologica

La "funzione lavorativa" degli uomini può essere in gran parte sostituita da macchine. Ma quel che non può essere sostituito è la "presenza umana": la lontananza dagli altri causa una privazione che è un vero danno psichico. L'uomo solo incontra la depressione; e, a circolo vizioso, l'uomo depresso è un uomo cui mancano la forza e la spinta per andare incontro al prossimo.

Le "utopie" sono il flagello della storia. Dopo l'utopia del nazismo, del fascismo e del comunismo - nella seconda metà del XX secolo l'occidente conosce l'utopia dell'individualismo. L'idea è che liberando l'uomo da ogni vincolo relazionale questi possa raggiungere la massima realizzazione personale contribuendo al contempo al massimo sviluppo sociale, scientifico e tecnologico possibile.

Come dire che la "ricchezza materiale" - che ciascun uomo può conquistare con l'efficienza e la produttività - può ben giustificare la distruzione della sua natura relazionale orpello inutile in una cultura razionalista che padroneggia la conoscenza scientifica e tecnologica.

E così negli ultimi decenni, questa "cultura individualistica" (necessaria a far crescere in modo esponenziale i business e i profitti di una minoranza) ci ha spinto alla ricerca di un reddito individuale, funzionale ad acquisti personali, per conseguire un benessere individuale (solitario ed egoistico).

"Acquistare" un bene di massa, come ad es. un televisore, un automobile, un telefono, ecc… non crea alcuna "relazione" con altri esseri umani, ma solo un "rapporto di possesso" con l'oggetto comperato. Restiamo completamente soli a "godere" delle esperienze che quell'oggetto ci può fornire. Terribilmente soli… L'unico contatto umano che pure abbiamo sperimentato, per nulla autentico, è stato quel brevissimo scambio di battute con il venditore unicamente interessato a guadagnare una commissione. Troppo poco per costruire una "relazione". Quindi  i beni di massa non hanno la capacità di mettere in relazione le persone. Non sono in grado di costruire comunità. Sono solo funzionali all' arricchimento senza sosta dei detentori del Capitale.

Al contrario, "commissionare" un manufatto ad un artigiano, insegnare ad un bambino, prendersi cura di un ammalato, ecc… sono tutte attività che "creano relazioni" tra esseri umani. Invero, lo scopo di ogni attività economica o sociale non può essere la ricerca esclusiva di un guadagno pur essenziale alle necessità della vita.

Le attività economiche, come pure quelle sociali, hanno come funzione fondamentale quella di far incontrare le persone. Far incontrare chi ha un bisogno da un lato, con chi dall'altro, ha tutte le capacità e le competenze per soddisfarlo offrendo il meglio di se.

Perché… il "bisogno fondamentale" e insopprimibile dell'uomo è un "bisogno relazionale". Un bisogno che per essere soddisfatto richiede di uscire fuori da se stesso.

I talenti che abbiamo ricevuto in dono dalla vita, le energie che abbiamo dentro, dobbiamo utilizzarle per arricchire gli altri. E' questo che costruisce il "noi". Quel noi che è l'essenza di tutte le "relazioni": relazioni con altri uomini, relazioni con il futuro.

Certo costruire ed alimentare le relazioni è "faticoso". Mentre restare nella propria solitudine insieme ai propri oggetti e "comodo". Certo progettare e commissionare dei lavori  è faticoso mentre acquistare e godere degli oggetti è facile.

Ma qual è il senso del nostro vivere

Vivere per restare soli con se stessi (anche se circondati e intrattenuti da una quantità infinita di oggetti e tecnologie) schiacciati in un eterno presente? Oppure vivere per costruire relazioni con altri uomini e donne aprendo la strada ad un futuro possibile.

Ogni sforzo nella nostra vita, ogni euro nelle nostre tasche, dovrebbe essere speso per costruire ed alimentare relazioni. Che senso ha muoversi, viaggiare, acquistare, camminare, faticare, ecc… e restare sempre soli con se stessi bloccati nello stesso posto. E' un totale non senso che ci lascia esausti e scoraggiati perché il nostro agire non ci ha condotti là dove vorremmo essere: cioè dentro le relazioni.

E ancora… che differenza c'è tra "fare sesso" e "fare l'amore".

Un uomo o una donna che vogliono fare sesso sono "individui solitari" che cercano un corpo sessuato (non una persona da amare) da utilizzare come oggetto della propria soddisfazione egoistica. Acquistano o si procurano corpi come si acquistano o si procurano oggetti… ma è molto peggio… Perché si abituano a "svalutare" una persona in un oggetto e una "relazione" in un "rapporto di dominio" (possesso). Ci si abitua a diventare un "tiranno"  con la propria vita individuale delle vite altrui.

Invece un uomo e una donna che "fanno l'amore" sono due "persone" (non individui) già unite in una "relazione". Essi sperimentano, attraverso la fusione intima dei corpi, la massima espressione di un "noi" che hanno già costruito nel reciproco rispetto e amore. Inoltre questa relazione li apre al godimento della vita coniugale e all'accoglimento dei figli.

Come nella "vita personale" c'è bisogno di due gambe per camminare incontro al futuro: la gamba del lavoro e quella della relazione di coppia… così è per la nostra "vita sociale ed economica". Non basta "lo sforzo" di svolgere un lavoro e percepire un reddito per esaurire il nostro compito sociale. E' altrettanto necessario fare lo sforzo di "spendere in maniera attenta" il reddito che abbiamo in tasca come pure il tempo che abbiamo a disposizione per incontrare quante più persone possibili e intessere con loro relazioni reciprocamente vantaggiose.

In altre parole il nostro essere umani ci impone dei "vincoli relazionali" alle nostre scelte economiche e di vita affinché non restiamo prigionieri di rapporti di possesso, che ci lasciano chiusi in noi stessi, ma ci apriamo a relazioni vive con quanti hanno bisogno della nostra fiducia e della nostra azione di scelta per soddisfare le proprie necessità di lavoro e di reddito

Come può essere accettabile per i governi occidentali una ripresa economica che non genera occupazione ma che anzi aumenta la disoccupazione! Cioè, in altre parole, com'è possibile continuare ad appoggiare finanziariamente imprese o progetti di risanamento che sistematicamente non accrescono ma anzi distruggono "relazioni" (cioè il lavoro, che è la principale espressione della relazione tra persone). Se governi eletti democraticamente che dovrebbero fare l'interesse generale - promuovendo (cioè, spostando fondi verso) imprese ad alta intensità di lavoro (ricche di relazioni autentiche) - non lo fanno, chi potrà farlo?

Tuttavia e malgrado tutto ciò a noi spetta l'importantissimo compito di non lasciar morire le nostre comunità locali e di continuare a farci dono reciprocamente l'un l'altro di tutti gli sforzi necessari per far vivere e rivivere ogni anno la bicentenaria Festa del grano in onore di Sant'Anna.

Perché... se si vive la vita guardandola dalla giusta prospettiva ci si accorge che il nostro agire ha un senso solo se "crea relazioni" profonde, appaganti e durature come quelle che legano indissolubilmente i cittadini di Jelsi dovunque si trovino in ogni parte del mondo. La festa di sant'Anna con la sua "rete reale" fatta di antiche tradizioni con il coinvolgimento, praticamente, di tutto il paese e con l'avvento delle nuove tecnologie ha dato sicuramente uno contributo al raggiungimento di questo scopo, nonostante piccole e grandi disarmonie.

 

Nicola Di Vico   e   Augusto Passarelli