Rassegna stampa:
Comunali 2012, tornano i sindaci
podestà
23 febbraio 2012
CAMPOBASSO. Arriva l’ufficialità dal ministero dell’Interno: dalle prossime
elezioni comunali ci saranno cambiamenti nella governance degli enti locali. I
Comuni con popolazione fino a 1.000 abitati non vedranno più assessori. Il
potere sarà tutto incentrato nelle mani del sindaco Il primo cittadino potrà
però nominare un consigliere (tra i soli 6 eletti) che ricoprirà il ruolo di
vice sindaco “per l’esercizio delle funzioni sostitutive”. Ci saranno invece
soltanto due assessori e il sindaco nei Comuni da 1.001 a 3.000 abitanti con un
Consiglio comunale composto da appena sei eletti. L’esecutivo sale a 3 membri
(mentre sono 7 i consiglieri) negli enti locali con popolazione da 3.001 a 5.000
abitanti. Consiglieri ridotti del 20% nei Comuni con popolazione superiore a
10.000 abitanti. La riforma si applicherà già alle amministrative del 2012 che
in Molise, appunto riguardano 17 Comuni. Tra questi 14 si trovano sul territorio
della provincia di Campobasso e 3 nella provincia pentra, comprensiva del
capoluogo.
Di Questi ben otto paesi avranno l’lezione di sei consiglieri e di un sindaco
potestà: Castelbottaggio, Castellino del Biferno, Duronia, Limosano, Montemitro,
San Massimo, Torella del Sannio, Castelpizzuto e Sant’Elena Sannita. Avranno
invece la giunta con due assessori sei enti locali: Busso, Guardialfiera,
Jelsi, Montefalcone del
Sannio, Petacciato e Toro.
A San Martino in Pensilis invece le nuove elezioni porteranno 3 assessori e 7
consiglieri. Riduzione del 20% anche al Comune di Isernia. I risvolti politici
potrebbero essere non dei migliori. Non solo perché si torna ad accentrare il
“potere” nelle mani di pochi a discapito di organi collegiali ma anche dal punto
di vista prettamente politico. La Giunta viene svuotata o quasi delle sue
funzioni di organo collegiale decisionale ed esecutivo e che, nei piccoli
comuni, ha anche la funzione di responsabile di servizio e organo di gestione.
Ma l’aspetto che più preoccupa è che, in questo modo, la politica sarà
incentrata nelle mani di pochi allontanando le velleità di soggetti che, nel
caso degli enti locali, decidono di impegnarsi per il bene della collettività
non avendo retribuzioni (ossia indennità) esorbitanti tanto dall’essere
attaccati alla poltrona. Questa volta, più che mai, pare proprio che le elezioni
amministrative saranno vinte dai candidati alla carica di primo cittadino.
Soprattutto in quei comuni con popolazione al di sotto di mille abitanti ma
anche negli enti che si collocano tra i 1001 e i 3.000. Insomma, il tempo scorre
e la storia torna indietro. Sarà colpa dei costi della politica che così tanto
poco incide nelle tasche degli italiani se si guarda alle spese degli enti
locali?