Dal sito di repubblica pubblichiamo

Acqua d’Italia

di Antonio Cianciullo

Inondazioni e siccità. Le cronache continuano a rimandarci, in momenti alterni, questi messaggi di allarme solo in apparenza contraddittori: sul pianeta c’è molta acqua ma in certi momenti e in certe zone non basta. La risorsa idrica, anche a causa del cambiamento climatico, sta diventando un bene sempre più prezioso e la sua natura di elemento essenziale per la nostra sopravvivenza torna in primo piano. Ma quanto siamo consapevoli di questa nuova importanza del ruolo dell’acqua? Quali sprechi possiamo evitare? E quale acqua conviene consumare nella nostra dieta quotidiana? Le risposte che emergono da un dossier messo a punto dalle Coop per lanciare una campagna di uso consapevole dell’acqua sono allarmanti. Il punto di partenza dell’analisi è il crescente contrasto tra domanda e offerta. L’offerta è sostanzialmente stabile, con una tendenza al ribasso per via dell’inquinamento che incide in maniera sempre più preoccupante sulla disponibilità di acqua sicura.




La domanda invece cresce a velocità impressionante. A livello mondiale nell’arco del ventesimo secolo secolo — ricorda
il dossier —  i consumi di acqua si sono moltiplicati per nove. E tra il 1980 e il 2004, per effetto dell’aumento della popolazione, dell’inquinamento e del prelievo crescente, la quantità a disposizione di ogni essere umano è diminuita del 40 per cento: «Non basta: nel 2025 la dote pro capite sarà meno di un terzo di quella del 1950. Oggi consumiamo più acqua di quella che il ricarico naturale delle falde ci mette a disposizione: viaggiamo in rosso e colmiamo la differenza utilizzando l’acqua fossile, le falde sotterranee profonde non rinnovabili». E la situazione sarà ancora più critica quando oltre 2 miliardi di persone si aggiungeranno al bilancio del pianeta: già ora sono in crescita le tensioni internazionali attorno alle del pianeta dove l’acqua è più scarsa. Cosa può fare in concreto ognuno di noi di fronte a un quadro del genere? Innanzitutto bisogna compiere scelte sagge in agricoltura, il settore che assorbe circa il 70 per cento dei consumi idrici: inutile insistere su colture che per rendere chiedono troppo acqua e pesticidi, meglio puntare sulle piante adatte al luogo e capaci di crescere anche in condizioni difficili. In casa evitare gli sprechi conviene all’ambiente e al portafoglio: azionare lo sciacquone del water costa fino a dieci litri di acqua, un bagno anche 150 litri, mentre per una doccia ne bastano 30-50. Per ridurre i consumi — a parità di servizi — si può applicare una semplice manopola di dosaggio per lo sciacquone, mentre aggiungendo alla doccia un frangigetto, cioè un miscelatore di acqua e aria, si contengono i consumi di acqua entro i 9 litri al minuto. Inoltre comprando elettrodomestici ad alta efficienza si risparmia non solo energia ma anche acqua: tra una lavatrice di ultimo modello e una old style ci può essere una differenza che oscilla tra i 50 e i 100 litri di acqua in meno per la macchina più nuova, mentre per la lavastoviglie il risparmio va da 15 a 20 litri a lavaggio. E per bere, meglio la minerale o l’acqua del rubinetto? L’italiano è un accanito consumatore di acqua minerale in bottiglia: la spesa in questo settore è cresciuta del 3 per cento l’anno negli ultimi 15 anni e oggi si consuma in media mezzo litro di acqua al giorno in bottiglia a testa alimentando un mercato da 3 miliardi di euro l’anno. Ma quanto ci costa questa scelta dal punto di vista del bilancio familiare e di quello ambientale? Dal punto di vista economico sono, secondo i dati Istat del 2008, circa 240 euro all’anno per una famiglia di tre persone. Dal punto di vista ambientale l’impatto prodotto dalla produzione, dal trasporto e dallo smaltimento degli oltre 12 miliardi di litri di acqua minerale ha le seguenti ricadute: «Produzione di circa 8 miliardi di bottiglie, pari a 240 mila tonnellate di plastica, come il peso di 44.000 elefanti; emissione di circa un milione di tonnellate di CO2 equivalente, un valore dello stesso ordine di grandezza rispetto a quello generato per l’illuminazione pubblica di Pechino; implementazione dei trasporti di 480 mila tir che, messi uno dietro l’altro, formano una fila lunga circa 8 mila chilometri, come da Roma a Mosca e ritorno». Del resto anche l’acqua del rubinetto ha i suoi problemi, con sprechi che toccano punte di oltre il 40 per cento. Ma nel complesso entrambi i tipi di acqua — quella del rubinetto e quella minerale — offrono in Italia ampie garanzie sul piano della sicurezza: lo provano i costanti controlli che tengono conto di decine di parametri. Il dossier delle Coop non fa una netta scelta di campo a favore di uno dei due tipi di acqua (l’importante — si osserva — è assumerne in media un po’ più di 2 litri al giorno, più o meno metà attraverso le bevande, il resto soprattutto attraverso i cibi), ma invita i consumatori a fare la lo scelta in maniera consapevole. Chi vuole comprare l’acqua minerale può orientarsi verso quella più adatta alle proprie esigenze tenendo d’occhio anche l’impatto ambientale della sua scelta e in particolare facendo attenzione a due fattori: la quantità di chilometri percorsi da ogni bottiglia e la quantità di plastica utilizzata nel confezionare la bottiglia (il 79 per cento delle bottiglie è in plastica). Chi invece sceglie l’acqua del rubinetto può comunque optare per una correzione di gusto. Si possono usare sistemi di microfiltrazione a carboni attivi, caraffe filtranti e anche apparecchi che permettono di aggiungere gas all’acqua: dal rubinetto ma con le bollicine.