JELSI: SI E’ SVOLTO CON SUCCESSO IL TREKKING ORGANIZZATO DALL’ASSOCIAZIONE S. AMANZIO

L’AFFLUENZA E’ STATA NUMEROSA.

 Domenica è stato proprio un assolato giorno di primavera: finalmente! L’escursione annuale programmata dall’Associazione S. Amanzio si è avviata immediatamente con ottimo auspicio, sin dalle prime battute. Dopo l’incontro di più di 50 persone riunite nella piazzetta della Chiesa di S. Andrea e la distribuzione del bicchiere jelsese ad ognuno dei partecipanti e di un ciondolo in vetro rappresentane un piede stilizzato, creato in vetro-fusione da Concetta Miozzi  della Bottega Artigiana “Frammenti di Luce”, con Michele Fratino detto “Caronte” -il Presidente- in testa, ci si è avviati per il ponte a schiena d’asino -impropriamente chiamato “romano” e con qualche guasto d’immagine da rivedere- tuffandosi nel verde intenso della campagna di Jelsi: una miriade di sentieri, sterrate, collinette, anfratti, rivoli d’acqua: che dire? Proprio nulla da invidiare ai paesaggi umbri o toscani!...

Prima sosta culturalearcheologicoculinaria  alle misteriose fosse di Civitavecchia e colazione abbondante con una teoria di prodotti tipici. Dopo un non facile, ma divertentissimo attraversamento del torrente Carapelle, tutti a tavola all’aperto al Macchione, antica contrada una volta popolosa, ora purtroppo abbandonata da tempo. La fame non mancava affatto e si è dato onore alle portate genuine ed abbondanti, con intervalli di musica popolare tra zampogna e chitarra ad opera di “Spedino”, noto musicista e cantastorie. Qualche ballo dettato da gaiezza e con la pancia piena e il vino che faceva un po’ effetto sotto il gran sole, si prosegue alla volta dell’unica pianta di sughero della zona: rara ed insolita per il territorio molisano! Nuovo attraversamento del torrente e sorpresa finale non programmata: a due passi dal paese, pronte nel forno di un’abitazione di campagna, una serie di pizze per gli escursionisti un po’ stanchi. Quindi, a pomeriggio inoltrato, ritorno a Jelsi più che soddisfatti.

Che dire, se non dedicare ancora una volta un plauso meritato e sincero all’ Associazione S. Amanzio, per la capacità organizzativa e l’equilibrio nel saper miscelare ed offrire ogni volta svago e cultura, amore per il territorio ed il paese, nella riproposizione di sensazioni ed umori che vanno man mano scomparendo. Finchè un gruppo di giovani come quelli “guidati da Caronte” è attento a non far gettare nel dimenticatoio tutto ciò, resta ancora una buona speranza. Bravi!