L’ORSO DI MOMPANTERO E L’ORSO DI JELSI, SUCCESSO TRIONFALE

In Piemonte, una grande affermazione di cultura e fratellanza

 

(Qui di seguito, la lettera del Sindaco di Mompantero (TO), Piera Favro):

 

Jelsi-Mompantero: due piccoli comuni; uno è in Piemonte, l’altro in Molise.

Fino ad un anno fa nessuno sapeva che l’altro esisteva: due comunità lontane eppure due comunità molto vicine.

Quali possono essere i legami tra due località così distanti? Tantissimi, anche se sembra impossibile: una civiltà contadina di media montagna, quindi sostanzialmente abbastanza povera ed un orso che, nei mesi di febbraio, esce e mette a scompiglio tutto il paese.

Quest’ anno i due orsi si sono incontrati qui a Mompantero, ma soprattutto si sono incontrate le due comunità ed è stato bellissimo ed emozionante.

Già nella serata di venerdì 5 febbraio, presso la sede del Parco di Salbeltrand, con la presenza autorevole del regista Pierluigi Giorgio e del professor Massimo Centini, la proiezione dei filmati sul ballo dell’orso mascherato di Jelsi e l’orso di Mompantero, intervallati dai canti provenzali e occitani, ha creato un’atmosfera di attesa per un avvenimento che si prefigurava unico e coinvolgente. La sala è stracolma di gente: il sindaco di Salbertrand Piero Biolati accolta dal Presidente, il vice-presidente del Cesmodeo Marco Rey, lo scrittore Pierangelo Chiolero… tutti accolti dal Presidente del Parco Massimo Garavelli.

Il documentario di Pierluigi Giorgio è avvincente, il testo, poetico… A conclusione, le maschere di Carnevale di Lajetto, frazione di Condove con l’uomo-orso del luogo, dirette da Emanuele Sarti.

In una magica notte stellata, a Mompantero, sabato, con la comunità di Jelsi in grande delegazione, guidata dal suo sindaco Mario Ferocino e dal Consigliere regionale Michele Petraroia -che incontra il nostro Consigliere, Nino Boeti- è partita la “caccia all’ orso” per le strette vie del borgo antico di Urbiano. Tra un piatto di salumi e formaggi ed un bicchiere di vino, in mezzo ad una folla di gente, si formavano crocicchi ove si levava una canzone piemontese; poco più su, le allegre musiche della banda e poi ancora un canto molisano accompagnato dalla chitarra e dal tamburello, cui partecipavano cantori improvvisati che, con il passare delle ore, erano anche un po’ stonati, ma con la voglia crescente di ridere, di scherzare, di contaminarsi. Il dialetto molisano si mischiava al piemontese, in un crescendo di suoni  man mano che la serata avanzava per poi concludersi con una tavola imbandita in cui oltre ai canti, ai balli ed ai suoni dei vari strumenti, si mischiavano i sapori del pane e delle specialità molisane con il vin brulè .

La magia era compiuta: ci si chiamava per nome, pareva di conoscersi da sempre, si faceva fatica ad andare a dormire per poter prolungare ancora un po’ la notte: “Suona ancora questa canzone!... No suona ancora quella ballata …”

L’indomani è arrivato: c’è un po’ di tensione, si spera che vada tutto bene: i microfoni, lo spazio che è troppo ristretto…

Al mattino, a Venaus , ci sono gli spadonari, con la loro tipica danza delle spade ed i cappelli infiorati: è un preludio al pomeriggio.

Arrivano professori universitari : Grimaldi, Centini, un professore francese; ci sono operatori della RAI, fotografi… arriva l’Assessore alla Cultura della Provincia di Torino, Ugo Perone, il Presidente della Comunità Montana Sandro Plano e l’assessore Roberto Canu, i sindaci dei comuni vicini: Il Sindaco del borgo, Nino Durbiano è contentissimo della visita dei Molisani!..

Si capisce che l’evento è grande, l’attenzione sui nostri orsi ha valicato i confini della Valle di Susa. Occorre fare in fretta: la vestizione dell’orso è lunga,  quest’anno sono due; la gente comincia ad arrivare a frotte; non c’è più spazio per parcheggiare…

Una bellissima giornata, dal tepore quasi primaverile, pare voglia incoraggiarci e dare il benvenuto a tutti gli ospiti: è un bel segno! I bambini in maschera, le famiglie, gli anziani del luogo, sono  tutti assiepati lungo le vie, in attesa. Si sente un urlo bestiale: è il segnale! L’orso di Mompantero è uscito dalla sua tana; la banda inizia a suonare; il momento tanto atteso è arrivato. L’orso di Mompantero, guidato dai cacciatori, urla e strepita, ma la curiosità è per l’orso di Jelsi è grande! E’ nero! Ha pure le corna! E poi scappa, va incontro alle persone, spaventa donne e bambini, ci sono tra i figuranti il sindaco, il prete, i contadini con i forconi …..La gente è stupita; divertita commenta e paragona la “bellezza” dei due orsi…..Sulla piccola piazza inizia la danza dell’orso di Mompantero che, ammansito dalla bella del paese, si riposa…adesso la scena è tutta per l’orso di Jelsi e la sua ballata. Le musiche ed i canti che accompagnano la scenografia incantano il pubblico che cerca di farsi spazio per vedere meglio…Al termine i due orsi danzeranno insieme, con molta naturalezza, godendosi il meritato successo che il pubblico tributerà loro.

Il successo è sancito anche dall’Assessore della Provincia di Torino Ugo Perone che avrà parole di stima ed approvazione per questo bellissimo incontro tra le due comunità che hanno saputo conservare così bene le loro tradizioni, che possono gettare un ponte verso il futuro, facendo sì che le diversità siano fonte di unione e di arricchimento reciproco, anziché di divisione, come spesso si tende a credere. E poi, l’intervento del Sindaco di Jelsi Mario Ferocino e del Presidente del Comitato S. Anna, Augusto Passarelli che invita tutti per la Festa del Grano. Scambio di doni: anche un giogo bovino dove i due sindaci infilano la testa in un simbolico gemellaggio!..

La giornata è giunta al termine e come sempre succede quando una cosa bella finisce, insieme alla gioia per il successo, c’è sempre un po’ di malinconia ed i saluti si protraggono con un’ ultima bevuta e un ultimo canto, con la promessa di rivedersi….

 

Come Sindaco di Mompantero, rivolgo un grandissimo ringraziamento alla comunità di Jelsi, al suo Sindaco Mario Ferocino, al consigliere regionale del Molise Michele Petraroia, naturalmente al regista Pierluigi Giorgio e a tutti quanti hanno affrontato questo lungo viaggio per farci condividere la loro tradizione così simile alla nostra.

Sono stati tre giorni intensi, ricchi di emozioni; un’esperienza davvero indimenticabile in cui tutta la popolazione di Mompantero ha potuto conoscere ed apprezzare l’umanità, la generosità e il calore umano degli Jelsesi.

Mompantero e l’intera Valle di Susa è più ricca; ha degli amici in più, ha provato quel sentimento di fratellanza autentico che fa sì, che sembri ci si conosca da sempre.

Come scriveva Cesare Pavese “Paese vuol dire non sentirsi mai soli”, Mompantero non è più solo: a 930 Km di distanza, sugli Appennini, c’è un altro orso che a febbraio mette lo scompiglio in paese; ogni anno Mompantero e Jelsi non potranno non avere nel cuore un pensiero affettuoso verso quell’orso così lontano e così vicino.

 

                                                               Piera Favro (Sindaco di Mompantero)