Riceviamo e pubblichiamo

Associazione Nazionale per la Tutela

del Patrimonio Storico, Artistico e Naturale

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Situazione gravissima.

A rischio l’habitat umano, storico ed ambientale del Molise.

Ora che la piaga eolica ha assunto i chiari connotati di un mero grande affare che poco ha a che vedere con gli interessi nazionali e ambientali il Molise apre le porte all’invasione dei grandi mostri eolici. Se ne prevedono da 2500 a 3000.

Torri di 130 ed ora anche 150 metri pari a grattacieli di 50 piani laddove un habitat millenario conosce solo l’altezza delle torri e dei campanili.

Un Consiglio Regionale che solo un anno fa aveva saputo e voluto erigere una diga a difesa degli interessi del Molise e dei molisani, stabilendo distanze congrue da luoghi storici ed abitazioni civili, improvvisamente con una vera e propria conversione ad U emana un regolamento che prevede addirittura una distanza minima di 500 metri dalle contrade e dalle abitazioni rurali.

Eppure proprio in Molise si sono sperimentati i gravi danni alla salute derivanti dai rumori e dalle vibrazioni a bassa frequenza delle grandi torri, con un giudice che lo ha riconosciuto per vero,  fermando alcune torri troppo vicine alle abitazioni.

 

Quanto poi ai numerosissimi siti archeologici sannitici e romani e ai vasti e  meravigliosi panorami sulle terre dei tratturi sembra che Giunta e gran parte del Consiglio abbiano perso ogni memoria.

Quando gli amministratori locali abbandonano il proprio popolo non resta più alcuna speranza.

Una ragione in più affinché lo Stato tramite le Soprintendenze faccia per lo meno con rigore la sua parte: le centrali eoliche industriali sui crinali e nelle campagne sottoposte a vincolo, sono di fatto la cancellazione delle ragioni per il quale il vincolo è stato messo.

Le soprintendenze molisane sappiano dire tutti i no che è loro dovere dire, sempre e comunque, salvando almeno ciò che nel tempo è stato riconosciuto irrinunciabile della storia del Molise.

Chiediamo a Coldiretti di rimettere in campo la coalizione contro l’eolico selvaggio poiché quanto più la politica si dilegua, tanto più la gente comprende il valore del proprio habitat.