Jelsi in the world

In gennaio da tutto il mondo da più di venti paesi si sono collegati al nostro sito, ma  durante tutto il 2009 i contatti sono stati da paesi inaspettati, Kazakistan o Giappone per citarne qualcuno, il record naturalmente a luglio in concomitanza con la festa di sant'Anna con circa 3000 contatti. Queste visite con andamento costante durante tutto l'anno oltre che a compiacerci dimostrano l’attaccamento alle proprie radici degli Jelsesi e molisani all’estero e, probabilmente non solo loro ma, anche chi ha avuto modo di conoscere il nostro paese e l'ospitalità dei suoi abitanti. Il progetto Jelsi in the World ideato dal comitato parrocchiale Sant’Anna patrocinato dal comune di Jelsi e dalla regione Molise per mettere in rete la nostra comunità nel mondo sta prendendo corpo. Ma le presenze sui siti internet di Jelsi, visitabili nei siti di interesse, di cui www.Jelsi.com ormai da quasi quattordici anni, non sono solo virtuali ma si sta lavorando affinché quest’anno in occasione della festa di sant’Anna ci sia la presenza più alta possibile dei nostri paesani all’estero.La cultura di tanti Jelsesi nel mondo e degli emigrati si è arricchita in maniera straordinaria in un osmosi fattiva con le persone e le civiltà delle terre di approdo. Riteniamo che il recupero e la ridefinizione della nostra identità passano doverosamente attraverso il riconoscimento dell’alterità; il nostro stesso sito nel suo piccolo registra contatti e attenzione “interculturale”. Con Padre Giancarlo e Padre Balducci affermiamo che “Serve un’universalità concreta che ammetta al suo interno la libera esplicazione delle differenze, che sia fondata sull’eguaglianza nella diversità e sulla diversità nell’eguaglianza.” La cultura dell’emigrato, dell’homo viator ha in sé un “afflato universale” di respiro planetario a cui dovremmo guardare consapevoli che ad esso non è estranea per noi Jelsesi il vissuto di Sant’Anna nella sua dimensione oblativa, spirituale, identitaria, fraterna costruita sulle fatiche e sui gesti quotidiani delle nostre donne e dei nostri uomini nel loro cammino in terre “altre”.

 

 

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