Sulla riforma dei servizi pubblici locali

Privatizzazione dell'acqua

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L’approvazione da parte della Camera dei Deputati del decreto legge 25 settembre 2009, n. 135 (Decreto Ronchi), con il quale, tra l’altro, si interviene sull’adeguamento della normativa nazionale alla disciplina comunitaria in materia di servizi pubblici locali, ha riacceso l’attenzione sulla annosa ed importante questione della gestione delle risorse idriche nel nostro Paese e nella nostra Regione. Il decreto, nella sua ultima formulazione, oltre ad avviare un processo di maggiore liberalizzazione del settore pone delle questioni rilevanti non risolte, quale quella legata al modello di regolazione del servizio, aspetto tanto importante quanto del tutto trascurato dalla previsione normativa. Un processo di riforma che si fonda solo su una maggiore apertura al mercato, senza la previsione di un solido rafforzamento della regolazione pubblica non fa altro che introdurre sostanziali elementi di criticità in un settore, quello idrico, troppo continuamente  interessato da riforme parziali.

In qualità di Presidente dell’Autorità d’Ambito del Molise per il servizio idrico integrato (AATO Molise) mi preme ripercorrere in sintesi quanto è accaduto sino ad oggi nel lungo e faticoso percorso che ha condotto ad una sempre maggiore consapevolezza delle amministrazioni comunali molisane dell’importante ruolo che la risorsa idrica rappresenta per la vita umana e per lo sviluppo socio-economico dell’intero territorio regionale.

Ciò allo scopo di chiarire la posizione dei Comuni della regione sulla importante questione della gestione del servizio idrico integrato (s.i.i.), attualmente effettuata singolarmente da ciascuna amministrazione comunale, e di affermare la necessità di un loro diretto coinvolgimento nelle future decisioni che dovranno essere assunte in conclusione del processo di definizione dell’assetto organizzativo delle risorse idriche regionali.

L’attuale conformazione istituzionale del comparto idrico regionale prevede la suddivisione della filiera in due sezioni: quella relativa al servizio di captazione e di grande adduzione, che la Regione Molise svolge tramite il suo braccio operativo rappresentato dall’Azienda speciale Molise Acque, e quella relativa al servizio idrico integrato il cui affidamento della gestione è di diretta competenza dei Comuni, riuniti in forma di convenzione nell’Autorità d’Ambito.

Le attività svolte sino ad oggi dall’Autorità d’Ambito sono state di essenziale importanza, sia nel generale percorso di riorganizzazione istituzionale e industriale dell’importante servizio idrico sia nel rendere possibile l’afflusso di finanziamenti pubblici nazionali e comunitari che via via sono stati assegnati alla Regione Molise durante gli scorsi anni.

L’atto finale del lungo percorso intrapreso sarà l’affidamento della gestione del s.i.i., che porrà fine alla miriade di gestioni in economia caratterizzanti il territorio molisano e che conferirà un solido assetto organizzativo a tutto il comparto.

Il percorso per a tale affidamento della gestione è stato intrapreso dall’AATO circa quattro anni fa, e non si è concluso non per divergenze di vedute sulla “pubblicizzazione” o “privatizzazione” dell’acqua, su cui nessuno ha mai avuto dubbi, ma per la necessità di trovare soluzioni che conducessero ad utilità le peculiarità molisane, quali la presenza di MoliseAcque  e l’esperienza degli storici gestori del ciclo, cioè i comuni.

Sulla scorta di tali dati  è iniziato un fin troppo lungo periodo di consultazione, con gli organi politici e tecnici della Regione e dell’Azienda speciale Molise Acque, che ha condotto tra l’altro anche alla  approvazione della legge regionale n. 38/2006 con la quale viene affermata la gestione interamente pubblica del servizio e la promozione della partecipazione popolare alla stessa.

Successivamente sono stati istituiti una Commissione e un gruppo di lavoro tecnico con il preciso scopo di  elaborare un valido percorso tecnico-giuridico per giungere proprio ad una gestione totalmente pubblica.

Il risultato del lavoro a cui tali soggetti sono addivenuti nel Giugno del 2006 può essere riassunto nella proposta di alcune idee fondamentali: la riunificazione dell’intera filiera dalla captazione delle sorgenti alla depurazione, la creazione di una società di capitali totalmente pubblica con quote sia comunali che regionali, con la conservazione dei ruoli sia dell’Azienda speciale regionale che delle amministrazioni comunali, l’affidamento diretto a questa società nel rispetto della normativa comunitaria e nazionale.

La Regione è intervenuta nel successivo aprile 2009 con l’entrata in vigore della legge 3 marzo 2009, n. 8 recante la “Nuova disciplina in materia di organizzazione del servizio idrico integrato”, che tra l’altro prevede la soppressione dell’Autorità nella forma di convenzione tra le realtà comunali, il passaggio delle attuali funzioni svolte alla Regione Molise, il coinvolgimento dei Comuni tramite l’istituzione di un Comitato d’Ambito con funzioni consultive e propositive, il differimento di sei mesi dall’entrata in vigore della stessa legge della decisione sull’assetto gestionale da conferire al s.i.i.

Da quanto detto ritengo che allo stato attuale gli elementi qualificanti nonchè problematici di tutta la discussione intorno alla organizzazione del s.i.i. nella Regione Molise sono da un lato l’affermazione dell’esigenza di una concreta partecipazione degli enti locali alla gestione di una risorsa essenziale per le comunità locali e, dall’altro, l’assetto da assegnare al soggetto pubblico, futuro gestore al quale affidare il servizio, con la salvaguardia dei ruoli fin qui svolti sia dalla MoliseAcque che dai Comuni.

Non posso esimermi dal ricordare che i comuni, per il tramite dell’assemblea dell’AATO Molise, hanno avanzato proposte in merito già tre anni fa dichiarando la loro disponibilità, quali gestori dei servizi idrici, a seguire un comune percorso a tutela della pubblicità della gestione dell’acqua ed a salvaguardia del contenimento della tariffa pagata dagli utenti.

In questo contesto si inserisce inoltre la recente approvazione del decreto Ronchi, che pone dei limiti molto restrittivi per un affidamento diretto (in house) della gestione ad un soggetto pubblico, limiti all’interno dei quali possono  essere dimostrate le specifiche peculiarità della nostra realtà territoriale regionale sotto gli aspetti economico, sociale, ambientale e geomorfologico.

Auspico, alla luce di quanto precedentemente espresso e anche di quanto previsto dal decreto di recente approvazione, il rapido conseguimento di una decisione condivisa tra tutti i soggetti interessati (Regione Molise, MoliseAcque e Comuni), ribadendo il ruolo fondamentale ed imprescindibile delle singole realtà comunali, e quindi un loro diretto coinvolgimento nel processo di individuazione della forma migliore di gestione del servizio idrico integrato.

 

presidente dell'AATO Molise

Ferocino Mario