Arresto a Jelsi: gli articoli e la comunicazione del sindaco

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Comune di Jelsi

 Provincia di Campobasso

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 COMUNICATO STAMPA

Il silenzio era doveroso. Le indagini erano in corso. E con tanta sofferenza si è scelta la linea del silenzio anche rispetto ad affermazioni generiche e generalizzate fatte dai media verso la comunità di Jelsi che mi onoro di rappresentare.

Ora è il momento di parlare. Le inchieste stanno facendo il loro corso, la Magistratura accerterà le responsabilità individuali dei protagonisti degli orribili fatti e non è compito di un Sindaco entrare nelle vicende giudiziarie, tanto più se quel Sindaco è stato nominato ed è tutore dei minorenni figli degli “orchi”; anche di qualcuno che è stato vittima di quegli abusi.

Compito di un Sindaco è, invece, indagare le responsabilità collettive, se ve ne sono, della comunità che rappresenta; le eventuali omertà, i livelli di degrado del tessuto sociale.

Io l’ho fatto e lo sto facendo, insieme agli altri Amministratori, alla Scuola, alla Parrocchia, alle Associazioni Culturali e Ricreative, alla Comunità tutta, nella ricerca di percorsi che aiutino a capire, a dare risposta ai tanti perché, ad evitare che episodi orribili possano ripetersi.

E così si scopre che non esistono più le isole felici e incontaminate; che anche una società sana e permeata dai buoni principi, dalla cultura dell’educazione e dell’accoglienza, può nascondere verità incredibili. Ma si scopre anche che una comunità ha avuto forza di guardarsi dentro, di non girare la testa, come facilmente può scrivere chi poco sa, di estirpare il male con la collaborazione e l’aiuto degli organi competenti a cui va tutto il ringraziamento possibile.

In proposito va detto che tutta questa vicenda è venuta fuori nel momento in cui il Piano Sociale di Zona di Riccia, fortemente voluto dagli Amministratori del Fortore, ha messo in campo settimanalmente l’assistenza sociale professionale; questo è stato lo snodo che ha permesso la svolta. Prima le indicazioni per quelle famiglie, monitorate da altri servizi sociali, si riferivano a richieste di “contributi economici” e di “casa popolare”, mentre anche il controllo riservato ed attento della Scuola non inviava segnali del tipo oggi scoperto. No, non era facile né tantomeno immaginabile lo scempio venuto a galla; ma nessuno ha girato la testa dall’altra parte.

Jelsi non è il Paese degli orchi, non nasconde generalizzati comportamenti pedofili; Jelsi è una Comunità sana che ha avuto la forza di collaborare, di aiutare a smascherare, di aprire gli occhi, di fuggire anche le facili ipocrisie di chi è dedito al chiacchiericcio postumo dei fatti e alla finta moralizzazione con delega agli altri.

La compostezza della sua gente, però, non può e non deve essere interpretata come rinuncia. Jelsi ha saputo sempre reagire, e lo farà anche questa volta, innanzitutto a tutela e per il bene dei propri figli.

 

Il Sindaco

     Mario Ferocino

COMUNICATO STAMPA 5 novembre 2009

La Giunta comunale di Jelsi, nella seduta pomeridiana di giovedì 5 Novembre 2009, ha deliberato di dare incarico ad un legale per denunciare alle Autorità competenti ed all'ordine dei giornalisti la lesività dell'articolo a firma di Pasquale Di Bello apparso sulle colonne di Nuovo Molise Oggi del 4 Novembre 2009 relativamente all'arresto di un muratore trentatrenne per fatti di pedofilia.
L'articolo è stato ritenuto estremamente lesivo dell'immagine di una comunità, quella jelsese, associata genericamente a comportamenti orribili e delittuosi, e descritta come retrograda ed omertosa. Il tenore dello scritto del sig. Di Bello si commenta da solo, ed è frutto di congetture ed elucubrazioni di chi lo scrive lì dove riferito alla popolazione di Jelsi, invece attenta e vicina alle esigenze dei piccoli nelle sue varie articolazioni scolastiche, associative, familiari e parrocchiali.