A conclusione della lezione tenuta dal prof. Francesco Napolitano, presso la sala G. Santella, sul materiale rinvenuto nelle fosse, è stata letta, ai numerosi volontari che hanno lavorato sullo scavo, la lettera dedicata da Pierluigi Giorgio all'archeologo  Francesco Napolitano .

Caro Francesco,

in fondo ad un pozzo nero forse c'è l'essenza della nostra "essenza"! Come cavalieri medioevali -le favole ci insegnano- bisogna attraversarlo tutto -metro dopo metro, centimetro per centimetro-; sollecitare i propri sensi, attivare le antenne, esserci! Per ritrovare quel filo, quasi un cordone ombelicale che ci riconduca alla nostra storia, a noi stessi. Poi la luce: si, a ritroso.

Alcuni ce la fanno, altri no; alcuni trovano il coraggio, altri rinviano... magari per una vita!

Son come ventri materni, come uteri sacrali questi pozzi, ricchi d'energia...

Forse sto farneticando, ma è il mio mestiere "acchiappar nuvole", è il mio sentire.

Lungi da azzardar ipotesi, illazioni -non è mio e non mi appartiene questo compito- nè di scavalcare chi ne ha competenza, in questi giorni frenetici, nel mio sporadico apparire -e questo è ciò che sociologicamente m' interessa, intriga e piace- vi ho visti tutti lì raccolti, tutti attorno, dentro quei pozzi, scorrere quel cordone tra le dita, un proprio discorso. Adulti e giovani, con una motivazione d'altri tempi...

Questo mi ha colpito, gratificato: non c'erano bar, discoteche, chiacchiere di paese: solo pozzi, fosse riempite sino all'orlo; ed uno specchio in fondo.

Bravo Francesco: attorno a te sei riuscito a creare un clima raro d'interesse, di collaborazione, di abnegazione formando un gruppo, trascinandolo -pur con ponderatezza e serietà professionale nel lesinar risposte- in un'atmosfera d'entusiasmo così insolita, singolare, febbrile, infrequente in tempi ormai un po' strani. E questo entusiasmo, la stima, i giovani l'hanno ritrasferita in te che non dormi più la notte, o ti alzi all'alba per far combaciare la miriade di tasselli di un puzzle meraviglioso, straordinario per l'effetto che ha prodotto in questo simpatico, "squinternato" gruppo di giovani, esempio in questo momento per altri giovani. Una lezione di vita!

Grazie a te, ai tuoi collaboratori archeologi, ai ragazzi, all'Associazione San Amanzio e ad Antonio Maiorano che ne intuirono la portata, all'Amministrazione Comunale che ne fornì il supporto, a tutti coloro che tra mezzi e cibarie hanno dato il loro prezioso, puntuale contributo. A questo paese in fermento che nel fondo di un pozzo, ha ritrovato (finalmente) unito, il proprio cuore...

                                                          Pierluigi

 

Jelsi, 12 agosto '07