Casella di testo: Studio ricerche geologiche ed  archeologiche
del dott. prof. Francesco Napolitano 
Archeologo
Casella di testo: Valorizzazione e fruizione dell’area di interesse storico archeologico in       località Civitavecchia-Jelsi
Casella di testo: Associazione Culturale "Centro Studi di storia, cultura, tradizioni e territorio SAN AMANZIO"
 

 

 

 

 

 

 

 

  
 

SOMMARIO

 1) PREMESSA…………………………………………………………………………3

 2) OBIETTIVO SCIENTIFICO………………………………………………………...8

 3) OBIETTIVO SOCIO-CULTURALE………………………………………………..8

 4) POSSIBILI RISVOLTI PER LA COMUNITÀ DI JELSI…………………………..9

 

Jelsi, 13 luglio 2007

                 Al sig. Sindaco

                                                                                                          Del comune di Jelsi (CB)

 

 Oggetto: Indagine archeologica e ripulitura dell’area archeologica sita in località Civitavecchia.

 

 

1)  PREMESSA

 

Il Molise, come è ben noto, fu nei sei secoli precedenti la venuta di Cristo la sede di tribù (Pentri e Frentani) che si riconoscevano, insieme ad altri gruppi dislocati nelle odierne regioni di Campania (Caudini e Irpini) e Abruzzo (Marrucini, Peligni e Marsi), come appartenenti ad un unica popolazione italica: i Samnites.

Questa realtà storica negli ultimi quaranta anni è stata oggetto di numerosi studi scientifici: nel 1967 E. T. Salmon, pubblicava «Samnium and the Samnites», nel quale con l'ausilio soprattutto di fonti storico-letterarie, ricostruiva la storia e la cul­tura di questo popolo; nel 1989 una sintesi di questi dati, associata ad alcune evi­denze della ricerca archeologica, era proposta nel volume «Italia omnium terrarum parens»; nel 1991 la mostra «Samnium. Archeologia del Molise» mostrava alcuni dei dati che la ricerca sul campo aveva restituito; nel 1996 gli stessi dati erano rein­seriti in un discorso di piú ampio orizzonte da G. Tagliamonte, I Sanniti). In questi lavori, dunque, si delineava chiaramente per grandi linee la storia dei Sanniti, i loro culti, ma con scarso entusiasmo si approfondivano i propri interessi su quei rapporti (commerciali e culturali) che legavano le due maggiori tribù del fu­turo territorio molisano ad altri gruppi etnici dell'Italia antica.

Per quanto riguarda Jelsi, in questi ultimi anni l’amministrazione comunale, ha perseguito un progetto generale di valorizzazione e di tutela del patrimonio culturale avvalendosi di forze locali quali le associazioni culturali e numerosi studiosi provenienti da diverse parti d’Italia. Di tale progetto momenti topici sono stati la realizzazione del volume G. Palmieri , A. Santoriello (a cura di), Jelsi storia e tradizioni di una comunità, Fg. 2005, e la visita alla Collezione V. D’Amico dell’ambasciatore di Bulgaria.

 

Queste premesse e la gestione (fruizione e manutenzione), da parte dell’Associazione culturale “Centro Studi di Storia, Cultura, Tradizioni E Territorio SAN AMANZIO“, del sito archeologico delle cosiddette “Fosse di Civitavecchia” e del sito paleontologico in località Convento permette di approfondire ulteriormente le ricerche e le conoscenze del nostro territorio già condotte da anni dallo  “studio di ricerche geologiche ed archeologiche del dott. prof. archeologo francesco napolitano”.

Pertanto si propone di effettuare, in occasione dei regolari lavori di manutenzione e fruizione dell’area archeologica delle “Fosse di Civitavecchia”, alcuni saggi archeologici col fine di acquisire dati stratigraficamente corretti, utili a puntualizzare una cronologia delle evidenze.

 
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2) OBIETTIVO SCIENTIFICO

 

 Le fosse di Civitavecchia, nel territorio di Jelsi, furono rinvenute casualmente, in occasione di lavori di estrazione di materiale per costruzione, negli anni '30 del secolo scorso. Lo scavo di alcune di esse, condotto sotto la guida del dott. V. D'Amico, permise allora di recuperare solo pochi frammenti fittili e qualche resto osseo. Nella pubblicazione che segui il recupero, si propose di assegnare queste testimonianze alla fase protostorica. A tale pubblicazione non seguirono ulteriori ricerche. Questa situazione fece ipotizzare, all’epoca, che le evidenze fossero da assegnare agli inizi della storia umana dell’area di Jelsi; ma la sudetta mancanza di dati scientifici ha ridotto al silenzio queste testimonianze archeologiche uniche in Molise. Un corretto scavo archeologico effettuato da esperti nel settore con l’ausilio di volontari, permetterebbe di raccogliere i dati scientifici che restituirebbero un giusto valore alle cosiddette “fosse”.

 

 

3) OBIETTIVO SOCIO-CULTURALE

 

Restituire ad una o a più evidenze storico-artistiche un corretto valore permette di dare lustro a tali testimonianze e fa nascere all’interno della società del luogo una concreta sensibilità verso le tradizioni e la storia delle proprie origini. Casi emblematici sono i siti di Pietrabbondante, Altilia-Sepino e Castel San Vincenzo al Volturno, dove la ricerca archeologica, da una parte ha richiamato l’interesse di enti scientifici italiani e stranieri, dall’altra ha condotto turisti e mass-media in quei luoghi favorendo un decollo dell’economia di quelle aree (Vedi da ultimo il cd multimediale realizzato dall’Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa di Napoli su Castel San Vincenzo e il successo riscosso al festival del cinema archeologico di Roma).

Uno scavo archeologico, in un paese di meno di 2000 abitanti, favorisce l’integrazione sociale e l’insorgere di una genuina curiosità verso un qualcosa di nuovo, ma legato alla storia del paese, in turisti, emigrati, studenti e giovani di Jelsi; Infatti l’attività di scavo sarà aperta a tutti coloro che ne presenteranno regolare domanda e che chiaramente risulteranno a giudizio del direttore scientifico di scavo adatti a  collaborare alla riuscita dell’evento scientifico-sociale.


 

4) POSSIBILI RISVOLTI PER LA COMUNITÀ DI JELSI

 

Chiaramente tale progetto apre nuove prospettive turistiche per il centro di Jelsi:

a) Un ampliamento del pacchetto “UN’ ALTRA VACANZA È POSSIBILE”;

b) L’integrazione dell’agro Jelsese all’interno degli itinerari storici archeologici della Regione Molise;

c) Valorizzazione del costruendo “Centro Didattico Culturale S. Maria delle Grazie” per la fruizione di aree di particolare pregio naturalistico e culturale.

d) Creazione di un nucleo di materiali per un prossimo antiquarium comunale.

 

 

 

 

Distinti saluti

 

 

Il presidente dell’ Associazione

Dott. Michele Fratino

 

 

 

Il dirigente dello Studio

Dott. Prof. Archeologo Francesco Napolitano