Tratturi Molisani a rischio
Monumenti a
rischio, anche Italia in top 100
Quattro siti del
Bel Paese segnalati nella classifica del
degrado del World Monuments Fund. Dai
tratturi del Molise alla diga sul Mincio
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LA TOP
100 - Partendo da questa amara
constatazione, e spronato dal desiderio
molto americano di “fare qualcosa”, il
World Monuments Fund,
che da anni si adopera per raccogliere fondi
e organizzare progetti concreti in tutte le
parti del mondo, ha deciso di pubblicare dal
1995, la lista nera dei 100 monumenti più a
rischio per atti vandalici, incuria o
incapacità dei governi. Il tutto senza
contare danni provocati dalle attività
belliche, dalle bande di criminali
specializzati nel furto di opere d’arte, e
dall’estremismo religioso. In Afghanistan
per esempio, dove i talebani hanno distrutto
le statue giganti di Budda a Bamiyan. E
ancora di più in Iraq.
LE VIE
DEI PASTORI - L’Italia nella lista nera
per il 2008 (che ufficialmente si chiama
World Monuments Watch e viene aggiornata
ogni due anni) figura con quattro nomi di
siti considerati in pericolo.
Il primo è la «via della
transumanza» in Molise, dove i
pastori del Sannio erano soliti condurre le
pecore al pascolo spostandosi attraverso la
Campania, la Basilicata e la Puglia fino a
raggiungere il mare, per poi ripercorrere in
senso opposto lo stesso cammino. Lungo il
percorso dei cosiddetti «tratturi», secondo
il progetto che la provincia di Matera sta
portando avanti insieme a quelle di
Benevento, Avellino, Campobasso, Chieti,
Foggia, Isernia, L’Aquila, Potenza e
Taranto. Dovrebbe così sorgere un Parco
interregionale della transumanza in tutta
quest’area del Meridione, dove per migliaia
di anni la pastorizia oggi quasi scomparsa è
stata una delle attività principali, con una
propria «cultura» e caratteristiche e
tradizioni ben definite. Il problema è però,
avvertono i volontari del Fondo per i
monumenti, che anche se l’Unesco ha deciso
di tutelare le vie della transumanza come
luoghi protetti, tutto questo programma
rischia di fare la classica fine della
stalla chiusa dopo che sono scappati i buoi.
L’industrializzazione e la speculazione
immobiliare, infatti, con il turismo e la
motorizzazione di massa, stanno cancellando
sempre di più anche il poco che resta
dell’arcaico Molise e della sua antica
civiltà pastorale.
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