Correva
l’anno 1805, la rivoluzione
francese prima e quella napoletana poi
stavano disegnando nuovi orizzonti per l’Europa. Napoleone dominava lo scenario
continentale e quello italiano. Pio VII governava la Chiesa ancora ignaro degli
tempi foschi che si addensavano sul papato. Genova dava i natali a Mazzini. Nel Regno di Napoli veniva avviata l’ eversione dalla feudalità. Il Contado di Molise con un economia di
sussistenza era quasi interamente coperto da boschi. A Jelsi, piccolo borgo del regno , si conduceva vita grama come
denunceranno in quegli anni le inchieste murattiane e gli scritti dell’
illuminista Giuseppe Maria Galanti. Andrea Valiante rivoluzionario di
questa terra profugo a Marsiglia e responsabile dei rifugiati politici in
quella città conduceva commerci con la Francia armando “legni” (navi) con il
conforto del padre Saverio, vero artefice della fortuna di famiglia, curatore
degli interessi del Duca di Jelsi . Saverio
Valiante proprio in un post scriptum, di una lettera del 26 luglio 1805 (Archivio V. D’Amico)
al figlio Andrea, scriveva di suo
pugno registrando l’evento sismico e la
tragedia avvenuta rilevando che il Monastero “più non esiste” e Toro è in
ruina”.
Il terremoto che colpi il Molise con epicentro nel Matese (interessando
un area ellittica di circa
Jelsi contò 27 vittime e il popolo da allora ascrive alla protezione
di Sant’Anna la quasi incolumità dei suoi abitanti “vennero
celebrate messe all’aperto a cagione degli edifici e chiese cadute.” Fino al 1820 molti vissero in abitazioni di fortuna
(pagliai) come scriveva, utilizzando
fonti orali, Giovanni Testa nel Centenario del 1905. (Archivio
Maiorano) L’arciprete Alessandro Eletto
fu preciso cronista del tragico evento
registrando nel libro dei defunti quel che era accaduto e avviando la
devozione a Sant’Anna. Alcuni anni
dopo nel 1814 (cfr. V. D’Amico Jelsi e il suo territorio) ad opera
del Sacerdote Pasquale Granata di San
Giuliano di Puglia si impose per solennità la Festa di Sant’Anna. Le offerte
quasi sempre in grano e cereali
sono da tempi antichissimi e
senza soluzione di continuità la
modalità più diffusa della religiosità popolare nel nostro territorio. Negli anni 1827/28 e 29 abbiamo un resoconto
contabile (“buggetto”) dettagliato della Festa (Arch. Maiorano) costruito secondo il modello
napoleonico del bilancio a pareggio ove si
ricavano tre tipologie di entrate
la prima e più consistente in grano , la seconda con donazioni di
benestanti (Ermolao Maiorano e altri) la terza con la vendita degli
ori (ex-voto) di San Francesco Saverio. La Festa
è fatta da giochi popolari, da gruppi bandistici di pifferi e
tamburi, da Messe solenni con panegirico accompagnati dall’organo con rendiconto in grani e ducati
anche per “pulcinella” che azionava il mantice organario. Non abbiamo notizie
degli anni successivi, ma è lecito
ipotizzare che le processioni con
traglie e grano siano continuate con la stessa
modalità fino all’unità d’Italia.
L’unità d’Italia
rappresentò un fase di “globalizzazione”
inaspettata per il meridione. Le Politiche unitarie soprattutto militari
verso il brigantaggio non affrontarono in maniera adeguata e sistemica la “quistione meridionale”. La seconda metà dell’ottocento vide
l’impoverimento del mezzogiorno. Riforme risibili e marginali unitamente alla
insufficiente superficie agraria non consentivano autonomia e capitalizzazioni,
l’uso diffuso del contratto di anticresi
(“rane e crise”) e molteplici altre ragioni analizzate dai
meridionalisti privarono dei fondi molti piccoli proprietari a favore dei
grandi agrari locali. Lo sbocco naturale fu un massiccio esodo migratorio. La storia
dell’emigrazione a Jelsi" e nel Molise
evoca subito l'immagine della "grande emigrazione, il drammatico
spostamento di milioni di uomini oltre oceano nel trentennio compreso tra gli
anni Ottanta del secolo XIX e la vigilia della Grande Guerra.
L’emigrazione
può essere raccontata come il dramma intimo esistenziale più lacerante che
potesse accadere a persone con famiglie coese e fortemente integrate nella
comunità di Jelsi. L’emigrato doveva “morire” nella lingua, nelle abitudini e
nei ritmi quotidiani, nella cucina, nei modi di vestire, nelle relazioni
personali, nel lavoro per “risorgere” a nuova vita nel nuovo mondo. L’emigrazione
quindi come una vicenda fortemente spirituale (cfr. C. Antonelli, scrittore italo-canadese), dove lo smarrimento e la perdita del Se vengono
superati dall’identità profonda dell’Emigrato che costituiva e costruiva la sua
persona: i legami famigliari e parentali, il senso di appartenenza alla
comunità e soprattutto il legame di fede e religioso con Sant’Anna. La “Grande Madre”
(Mammë Rossë) e la Festa in suo onore
sono il “miracolo dell’identità” che ognuno può leggere nella storia personale
e collettiva degli Jelsesi nel Mondo
come indica acutamente Norberto Lombardi
(Presidente del Forum degli Italiani nel
Mondo).
Il
Centenario della Festa agli
albori del XX secolo fu grandioso, orizzonti inesplorati e cieli nuovi si aprivano per la nostra
comunità nonostante, le carestie, l’emigrazione e le guerre. (Vedi allegato).
Il
1906 l’anno successivo al Centenario registrò il più grande esodo migratorio da
Jelsi verso le Americhe.
Nel
1908 si costituì in New York la Società dei Cittadini Jelsesi, con
compiti assistenziali e di mutuo soccorso.
Gli
anni della Grande Guerra videro la realizzazione della “Cassa Armonica” per
l’Orchestra, opera in legno intarsiata e dipinta in stile liberty realizzata
dal maggiore artigiano dell’epoca Paoluccio
Palange che accompagnerà la Festa fino agli anni ’70 del XX secolo. In
America a South Norwalk nasceva il Club Sant’Anna formidabile e benemerita
associazione dei nostri emigrati organizzata e attivissima e con un grande
ruolo ancora oggi. Negli anni trenta e quaranta si affiancherà alla Festa del
Grano di Sant’Anna quella dell’Uva in una cornice ambientale di rilancio della
dimensione rurale della Comunità. Gli anni della seconda guerra mondiale sono
anni difficili per Jelsi ciò nonostante personalità di grande rilievo come il
Maestro Simiele, il medico, Storico e Archeologo Vincenzo D’Amico il poeta e
drammaturgo Domenico Petruccioli mantengono salda e viva l’identità collettiva.
Negli anni appena successivi alla guerra nasce L’Associazione Santa Ana a
Buenos Aires che avrà un ruolo propulsore per la pubblicazione del volume di V.
D’Amico “Jelsi e il suo Territorio” a Jelsi assistiamo alla svolta della Festa
che prende il nome di Sagra del Grano e viene scelta dalla RAI come una delle quattro maggiori tradizioni popolari molisane
insieme ai Misteri di Campo basso e alle Carresi. Uno straordinario Documentario di Giuseppe Folchi del 1948
testimonia il vigore, la forza evocativa e il legame profondo degli Jelsesi
alla Festa. In quegli anni vengono riproposti attraverso il gruppo folklorico e
la compagnia teatrale, temi classici e popolari che troveranno piena
espressione, con Petruccioli e Bifolchi nel centocinquantenario della Festa di Sant’Anna del 1955. In quegli
stessi anni (1947) veniva scoperto il Ciclo pittorico del sec. XIV maggiore
monumento artistico di Jelsi e tra i maggiori dell’Italia meridionale relativi
a quel periodo. Gli affreschi della Cripta
dell’Annunziata, avranno un rilancio proprio in occasione del Bicentenario
con gli studi di Franco Valente. I Traglieri
saranno i protagonisti dei 150 anni di “Sant’Anna”, i maggiori artisti
musicali e canori del periodo sono presenti a Jelsi. Negli anni successivi si
afferma sempre più il ruolo delle Treccianti e della lavorazione del Grano da
parte dei Traglieri che avranno come riferimento le lavorazioni naif di Michele
Codipietro (Zi Rondinella). Molta attenzione dedicò in quegli anni ai nostri
canti Eugenio Cirese. Molti anni dopo Cirese evidenziò l’aspetto antropologico
delle Traglie curando una Trasmissione RAI sulle Indie di Quaggiù. Coevi sono
i quaderni pubblicati dalla Sovrintendenza ai Beni culturali, gli studi di
Valiante a cura del Comune di Jelsi e gli scritti di Vincenzo Bo che pongono
pietre miliari sulla rilevanza della Festa. Gli studi successivi di Gioielli
iscrivono la “Festa del Grano” in onore di Sant’Anna nel grande patrimonio
delle Tradizioni Popolari del Molise. Gli anni della meccanizzazione della
Festa trovandone le ragioni negli impedimenti per malattie epidemiche dei
Bovini dimostrano la grande flessibilità e capacità di adeguamento della Festa
in controtendenza rispetto ai crismi della modernità. Negli anni 60 nascono le
associazioni di Sant’Anna in Venezuela e Canada. A Montreal capitale del Quebec
che ha come patrona Sant’Anna si svolge la Festa gemella del Grano che per i
Carri , le Traglie e partecipazione popolare e straordinariamente bella,
commovente e amata da ogni Jelsese.
Bicentenario
del 2005
Il Bicentenario
del 2005 è stato percepito e vissuto come un avvenimento unico,
irripetibile. L’evento attesissimo, coinvolgeva già da alcuni anni la “Grande Jelsi” sparsa per il Mondo. L’intera Comunità, attingendo alle sue
migliori risorse, con energia febbrile ha preparato la Festa delle Feste. Tutte
le Associazioni Jelsesi nel Mondo in rete hanno partecipato, coinvolte in un gigantesco network umano che ha unito
uomini e donne di tanti luoghi in tanti continenti. Fede, Gioia, Lucidità, Coraggio,
Sacrifici, Abnegazione, Dono, Identità, Determinazione, Fraternità,
Umiltà sono alcune delle parole, scritte nel cuori di ogni Jelsese che ha amato
e ama Sant’Anna nostra. Questa grande
Festa è stata una Grande casa per Tutti, il filo invisibile che lega le
storie alla Storia vicende di uomini “anonimi” e semplici
che ci hanno dato nel corso di questi duecento anni l’orgoglio di essere figli
della loro vita e della loro civiltà. Uno
degli episodi più indicativi del radicamento della Festa delle Feste è accaduto
nei primi
decenni del ‘900: La processione di Sant’Anna allora come ora si snodava, con
una lunga teoria di traglie trainate da buoi, sull’antico tracciato tratturale
appulo-sannitico che attraversa Jelsi da tempi immemorabili. In quel tempo la
strada era stata migliorata nella pavimentazione con nuovi materiali e le
autorità locali per evitare di danneggiare la sede stradale imposero di montare
ruote alle Traglie, disposizione che
venne eseguita dai Traglieri con ruote di legno, salvo poi verificare
l’impossibilità a procedere per la rottura delle stesse; il divieto immediato
di svolgere la processione con le Traglie venne accolto in silenzio dai
Traglieri “che si raggrupparono lesti” dopo un rapido consulto e senza dare
spiegazioni lasciarono Traglie e Processione recandosi alle loro case e rimesse
per tornare poco dopo armati di accette che infissero al legno della Traglia e
“Sagliocchë”(bastone di difesa) sotto il
braccio e alla maniera dei “Valani” comandarono ai buoi “HA”
e tutto andò come doveva andare (“jett cummë tenevë ì”).Le Traglie ripresero il
paziente, ostinato e ininterrotto cammino tracciando i solchi della nostra
storia. (Fonti Orali: G. Di Bartolomeo (Zi Gennaro Iallotta),
G. D’Amico (Zi Peppe Cucchiarella) Nicolantonio D’Amico (Zi Ntonio Vicchisco)
Nicodemo Valiante (Zi Nicodemo Cannella)
Le facce scavate le mani dure , quasi di
cuoio, in silenzio ci hanno insegnato ad essere quello che siamo. In silenzio
abbiamo imparato. Ad Antonio, giovane studente, che non voleva partecipare al
Comitato Sant’Anna, il nonno Nicolantonio D’Amico raccontò che egli rientrò in
paese dal fronte, durante la Prima Guerra Mondiale del 1915/18, per la morte, avvenuta in
periodo di mietitura, del figlio primogenito Pasquale ed essendo deputato della
Festa di Sant’Anna nelle tre notti che rimase a Jelsi, col cuore rotto, fece la
veglia armato al Grano di Sant’Anna, rinunciando a giacere con la sua Sposa.
Antonio dovette ritirare il suo no.
Montreal 2003
Era
palpabile un atmosfera di grande partecipazione quando con felice intuizione i nostri emigrati dell’ Associazione Jelsese di Montreal
convocarono un incontro preparatorio del Bicentenario, nel febbraio del 2003
nella capitale del Quebec in Canada. La partecipazione fu straordinaria:
arrivarono delegazioni da Jelsi con il Presidente del Comitato Sant’Anna e il
Sindaco, dal Molise il Presidente della Confederazione Generale del Lavoro e il
Presidente del Forum degli italiani nel Mondo. Giunsero rappresentanti dagli
Stati Uniti e da altri Stati, non mancò il contributo dall’Europa,
dall’Australia, dall’Argentina e dal Venezuela. I lavori durati alcuni giorni
posero le premesse fondanti per la programmazione del Bicentenario. Un rilievo
particolare ebbero i giovani Jelsesi del Quebec che organizzarono il meeting
fornendo anche dati e rilievi statistici preziosissimi sulla nostra Comunità a
Montreal. Nacque da un idea di Diego D’Amico JELSI2005 NEL MONDO Associazione delle Associazioni Jelsesi nelle
varie nazioni d’approdo della nostra emigrazione, venne indicato come
coordinatore Gennaro Panzera “Vosete” nipote di Pasquale Panzera del Comitato
Sant’Anna del Centenario (1905). Successivamente venne deciso nel seno della
Amministrazione Comunale di costituire una Commissione
Consiliare del Comune di Jelsi con
due rappresentati della Maggioranza e due
della Minoranza presieduta dal Sindaco con compiti promozionali e
programmatori. Si costituisce l’Associazione Jelsi2005 con la Parrocchia,
il Comitato Festa di Sant’Anna e il Comune
con compiti progettuali, di raccordo e coordinamento delle iniziative
promosse da Associazioni, Enti, Circoli
di Jelsi (circa 22) per le iniziative
del Bicentenario. Affidata dalla Tradizione al Comitato di Sant’Anna Festa del
Grano, referente e attore principale della Festa, la pianificazione e la
programmazione delle iniziative soprattutto quelle relative al mese di luglio.
Nel Corso di due riunioni generali (giugno e ottobre
2004) con la partecipazione di rappresentanti istituzionali regionali,
provinciali, comunali ed ecclesiali
insieme a tutte le Associazioni presenti a Jelsi con il Benestare del
Comitato Festa del Grano in onore di Sant’Anna e alla presenza del Coordinatore
Generale di JELSI2005 nel Mondo venne varato il documento di Sintesi
Progettuale del Bicentenario redatto dalla sezione locale di Jelsi2005 e
illustrate le iniziative per il Bicentenario nei dettagli dalle stesse
Associazioni Promotrici.
L’intesa con la Regione Molise e la Provincia di
Campobasso assegnava risorse straordinarie per l’evento del Bicentenario
valutando le iniziative promosse del massimo interesse culturale e turistico
per il Molise. A queste vanno aggiunti contributi della Comunità Montana del
Fortore Molisano.
Lo sforzo finanziario sostenuto con donazioni private
(sponsor), raccolta offerte, questua e lotterie e notevolissimo, ma è poco se
paragonato all’impegno “eroico” delle persone che sostengono la Festa lavorando
attivamente per oltre un mese. Qualche “numero” della Festa: 50/70 “deputati” impegnati nel Comitato
Festa per l’organizzazione dell’Evento; 200
“treccianti” impegnate per realizzare le migliaia di metri di Trecce di
Grano; 700/800 “traglieri” impegnati
nella realizzazione delle traglie e dei Carri 200 persone impegnate per le iniziative correlate; 50 forni di “casa” per il pane di
Sant’Anna.
Ma ciò che più conta e la cifra feriale dell’impegno
fatto con umiltà e in anonimato da “sole a sole” (tutta la giornata) e per molti
anche di notte con uno dimensione di gratuita e di oblatività che risultano
straordinarie nel nostro tempo fondato sul denaro, il consumo e la
monetizzazione di ogni cosa materiale e immateriale.
Con una cerimonia semplice e commovente il 2
gennaio 2005 nella sala “Giuseppe Santella” dell’ Annunziata il decano dei
Presidenti Antonio D’Amico (Comitato
Sant’Anna 1947/49) dichiara aperto il Bicentenario a nome del Comitato
Sant’Anna, del Comune di Jelsi, della Parrocchia “Sant’Andrea Apostolo” e di
Jelsi2005 nel Mondo. Segue nella Chiesa
Madre un concerto di musica sacra popolare e canti pastorali antichi,
eseguiti dai musicisti del “Tratturo”,
quasi a voler catturare e ricostruire le melodie perdute, i suoni spezzati e le
voci tagliate in quel tragico giorno del 26 luglio 1805 che vide anche
l’edificio della Chiesa crollare. Quella paura abbiamo vinto, con Sant’Anna da
quella paura siamo “risorti”. A fine
Gennaio un tam-tam mediatico mette
in rete tutte le Comunità Jelsesi nel Mondo da Perth in Australia a Buenos
Aires (Argentina) a Caracas (Venezuela) a South Norwolk (USA) Montreal
(Canada), la Festa esce dalle sue mura e trasforma
Jelsi in uno straordinario palcoscenico. Paese
in Festa – 200 anni di devozione, tradizione ed emozioni si fanno sentire,
la “febbre” del Bicentenario prende tutti, lo spazio e il tempo si annullano,
tanti sogni e tanta luce cominciano ad abitare il cuore di Jelsi. A Pasqua in una cornice umana caldissima viene
presentato da 18 autori molisani il volume “Jelsi
Storia e Tradizioni di una Comunità” nato dalla volontà del Comune di
illuminare con l’intelligenza quello che è nell’animo di tutti noi. Viene
annunciata la prossima uscita del Volume sulla Emigrazione a Jelsi a cura di Norberto Lombardi, Jelsese,
presidente del Centro Studi Molisani nel
Mondo. All’Università Cattolica di
Lovanio una giovane fiamminga Lieve Vanderstraeten, nipote di Antonio
Panzera presenta un interessante Tesi di
Laurea sulla Emigrazione Jelsese. A Padre Liberato(Nicola) Di Iorio Parroco di Jelsi viene affidata la responsabilità
dell’Ufficio Migrantes dell’Arcidiocesi
di Campobasso/Bojano. Michele
Petraroia Jelsese segretario generale della CGIL del Molise viene nominato
membro della Consulta Regionale dei
Molisani nel Mondo. In Canada intanto viene eletto nei Comites Gennaro Panzera Jelsese di Montreal. Nel
I Traglieri
"La
festa - spiegano gli artisti-traglieri - è la rappresentazione del mondo 'come
vorremmo che fosse': è il sogno, il desiderio, la meraviglia. Lo spettacolo
della festa è quello che fa alzare lo sguardo, che ci mette di fronte a cose
mai viste, più grandi di noi, meravigliose. Vediamo la luna e vogliamo provare
ad andarci. Bambini? No, uomini che credono nell'utopia. Su questi pensieri,
per 200 anni e più, i traglieri hanno ideato e messo in scena centinaia di
spettacoli 'en plein air': sempre diversi perché diversa era l'occasione di
festa o di celebrazione, di incontri o festival, ricorrenze o progetti
speciali. Ma sempre 'a cielo aperto”.
Il
Comitato prepara con
grande lena le manifestazioni e gli eventi di luglio, il mese cloù
del Bicentenario, ogni ente associazione è presente con progettualità
proprie. Vengono individuate aree espositive per mostre e prodotti, la macchina
organizzativa del Comitato Sant’Anna in concerto con il Comune predispone un
Servizio di Emergenza con ambulanze e medici affidati alla responsabilità dei
Sanitari locali. Il servizio parcheggi è affidato all’ACI; il servizio navette
alla SEA del Comune di Campobasso. I Servizi igienico esanitari vengono
potenziati e moltiplicati. L’Associazione Cuochi Molisani svolge servizio pasti
affiancando le iniziative private e del Comitato.
Il Comitato di Accoglienza
è coordinato da Jelsi2005 che utilizza la straordinaria offerta di ospitalità
di tutte le famiglie e le persone di Jelsi compresa quella dei Frati
Francescani che mettono a disposizione la struttura del Convento Santa Maria
delle Grazie per ospitare gratuitamente gli amici Canadesi di Sant’Anne de Prescott (Ontario) che hanno adottato la
nostra Festa. La Logistica curata in primis come altri servizi dalla
Municipalità di Jelsi hanno ricevuto l’ausilio indispensabile del Comitato e
integrati dalla perizia delle associazioni nei rispettivi ambiti.
Il
Comitato S. Anna Festa del Grano, motore organizzativo della Festa delle Feste, è stato supportato
dal Comune
di Jelsi, dalla Parrocchia S. Andrea
Apostolo, Jelsi 2005 Oltre agli Enti Regione,
Provincia, Comunita Montana. Fattiva e creativa è stata la collaborazione con le associazioni
e gli enti di Jelsi:
l’Istituto
comprensivo G.Josa,con il
Laboratorio sull’Arte del Grano a Jelsi offerta formativa per gli alunni delle
scuole di Jelsi con la realizzazione di un fascicolo pubblicato dal Comune; Il
Circolo culturale Ulisse, Con
una estemporanea di pittura sulla Festa del Grano a Jelsi in cui si sono
cimentati pittori molisani donando le
loro opere al Comune di Jelsi; Il Circolo scacchi E. Lasker ha proposto una straordinaria e
partecipata partita a scacchi viventi, Polisportiva Jelsi, e Società Sportiva
Fiamma Jelsi, in sinergia organizzativa hanno curato in modo eccellente
il Triangolare di Calcio del Bicentenario con la partecipazione straordinaria
della Squadra Jelsese di Montreal. La
Scuola Calcio
Boys
Associazione Culturale Sant’Amanzio, Questo centro culturale fondato dall’eclettico
Giuseppe Santella oltre alla rivista e sitoweb dedicate all’evento ha proposto
riassembladoli in uno straordinario documentario filmati amatoriali a cavallo
degli anni ‘50 del secolo scorso
reperiti direttamente presso jelsesi nelle americhe. A “quelli di Sant’Amanzio
va ascritta l’idea degli itinerari con vari tipi di percorso per gustare la
ricchezza storico ambientale del territorio di Jelsi. Motoclub Bikers Jelsi,
I numerosi centauri del club oltre ad offrire navette a due ruote
provvidenziali per il traferimento delle Autorità durante il gigantesco
afflusso di gente del giorno di Sant’Anna, hanno organizzato
L’anima
della Festa delle Feste sono i Traglieri centinaia e centinaia di uomini
e donne giovani e anziani che a prezzo di costi e sacrifici inenarrabili ed
inconcepibili per chi non è di Jelsi sono impegnati letteralmente giorno e
notte nella ideazione e realizzazione delle Traglie, dei Carri. Aprono
la sfilata professionale i Carri e
le Traglie dei bimbi e dei ragazzi trainati da loro stessi o da animali
domestici: cani, pecorelle. Piccoli, ma non minori gioielli d’arte impastati di
sogni che raccontano il miracolo di
Sant’Anna, tanti genitori affiancano i figli e i gli amici e con cura amorevole
insegnano loro l’arte del Grano. Seguono le Traglie (Trahea: genus
vehicoli sine rotis quo rustici utuntur /Rebilii Crusonis
Annalium-Danielis Defoe ) simbolo e cuore della festa ove sono condensati 200
anni di storia, di lotte, di sofferenze, di sacrifici, di lavoro duro “da sole
a sole” dei lavoratori della terra, tutto inverato, trasformato in bellezza,
poesia, cantico dai Traglieri con forme ancestrali di ringraziamento alla
Grande Madre. Continuano i Carri
Artistici frutto della maestria, dell’ingegno, della cultura, della
sensibilità poetica di artisti di Jelsi
organizzati per Famiglie, Amici, Giovani e Contrade. Mirabili i loro carri di
raffinata fattura e impatto estetico. Chiudono i “Carri Tradizionali” che narrano
quello che fu tempo nostro
ridando alle vicende e alle fatiche, alla dimensione quotidiana dignità di
Storia. L’altra anima della Festa
sono le Treccianti, che insieme ai
loro uomini lavorano da “sole a sole”. Le donne rappresentano tanta parte della
civiltà nascosta di Sant’Anna, i “cantieri del grano” sono luogo di incontro,
di storie, di punti di vista di modi di fare. Il Grano per allestire,
interpretare, narrare, ricercare, raccogliere, trasmettere. Questo è l’ordito
di Sant’Anna nostra “tutto si tiene”: passato, presente e avvenire. Grazie ai Traglieri di ogni tempo per
questo dono di grandezza e dignità non misurabili, oggi nostro vanto. Grazie al
Comitato di Sant’Anna factotum
della Festa, che rappresenta la più antica, la più grande, la più gloriosa
“Istituzione” democratica popolare che ha con forza, determinazione ed
abnegazione ha curato un evento straordinario al limite delle possibilità di
una Comunità di sole 2000 persone. Un Grazie ancora è rivolto a tutti i Jelsesi
di ogni tempo e luogo ai Comitati Festa
vecchi e nuovi per aver svolto il loro lavoro in dignità e umiltà. Senza di
loro oggi nulla sarebbe possibile.
La
Festa di Sant’Anna momento alto della nostra comunita’ viene vissuta da 200
anni in spirito di servizio proteggendo e salvaguardando questo bene
inestimabile avuto in eredità per donarlo integro alle generazioni future. “L’etica della responsabilità impone a
ciascuno di noi vigilanza e attenzione per i sussulti epocali e i vorticosi
cambiamenti. Ognuno deve far memoria e vegliare sul proprio futuro, sugli ultimi, e sul non ancora dei giovani.
E’ in questa veste inedita di “Angelo Custode”, che vorremmo ogni Jelsese guardare,
nella fede, all’avvenire della Comunità di Jelsi e delle sue Tradizioni” perché
il “miracolo di Sant’Anna” possa accadere ancora.
Antonio Maiorano
Jelsi2005
Articolo pubblicato dalla Rivista
“JELSI Storia e Immagini della tua Terra”
Ass. Culturale “Sant’Amanzio” - Jelsi