Il valore del lavoro gratuito…

Le società capitalistiche hanno focalizzato la nostra attenzione solo sul "valore" di un tipo particolare di lavoro, quello che da luogo ad uno scambio di mercato per il quale, quindi, otteniamo una remunerazione monetaria in cambio.

L'unico lavoro che ci da una identità sociale è diventato quello che realizza uno "scambio di equivalenti" come lo chiamano gli economisti. Ma perché il lavoro ha assunto un'accezione così ristretta? Perché è confinato solo dentro lo scambio di mercato?

Per la ovvia ragione che chi detiene i capitali cerca modi sempre nuovi per convincere le persone che vivono in una data società a darsi da fare per moltiplicare la ricchezza a loro vantaggio.

Mi spiego meglio. Il mondo del business ha bisogno di persone impegnate a produrre "beni economici", cioè beni e servizi che si possono scambiare in cambio di un prezzo (cioè di una somma di denaro). Solo il pagamento di un prezzo per soddisfare i propri bisogni, infatti, farà guadagnare danari al "capitale".

Al contrario, tutto ciò che non da luogo al pagamento di un prezzo è per il mondo capitale una attività totalmente inutile e quindi essa va ridotta fino all'annientamento totale. Persino i servizi familiari devono passare nelle mani del mercato… tutto deve dare luogo a scambio di danaro.

Dopo decenni di cultura capitalistica abbiamo finito per confondere "il valore" con "il prezzo" con il risultato che tutte quelle attività lavorative e produttive che non danno luogo al pagamento di un prezzo sono state eliminate, considerate cioè inutili al funzionamento della vita e al progresso sociale.

E così il lavoro domestico, la cura della casa e dei figli, la coltivazione di un orto e la preparazione dei cibi sono tutte attività divenute inutili… perché, non realizzando un guadagno monetario, sono diventate prive di valore.

Allo stesso modo con il trasferimento in città della maggior parte della popolazione mondiale si è assistito all'annientamento delle attività dei comitati festa e delle associazioni culturali che "gratuitamente" nelle piccole comunità offrivano con il proprio impegno un formidabile collante sociale oltre a spazi di autentica felicità umana.

Le città sono luogo di affari, di business, è bisogna forzare tutto il tempo delle persone a lavorare per guadagnare un reddito per poi andare in giro a spenderlo nei negozi, nei centri commerciali e nei pub, ecc…

In città non troverai mai un momento conviviale dove viene servito gratuitamente un pasto… Non troverai un gruppo di persone che "gratuitamente" spende del tempo perché tu possa gustarti una serata fantastica allietata da musica, buon cibo e fuochi pirotecnici…

In città non troverai la gratuità perché è estranea alla sua natura…

In effetti, qualche "briciola" di gratuità si trova anche in città: nel volontariato della caritas e non solo… nella mensa per i poveri… nelle associazioni che si spendono dentro le strutture e dentro le istituzioni… Ma il punto è che esse rappresentano sempre qualcosa di minimale che non modifica l'ossatura del sistema… mentre nelle piccole comunità il lavoro gratuito delle associazioni e dei comitati struttura un modo di vivere, un modo di essere "relazionali" anziché individuali.

Ora il punto è questo. Con l'annientamento del lavoro gratuito il capitalismo sta uccidendo la società.

Con questo intendo dire che spostando tutto l'impegno delle persone sulle produzioni che danno luogo al pagamento di un reddito monetario abbiamo messo in moto un meccanismo che da una parte produce disastri di ogni tipo (eccessi produttivi che distruggono l'ambiente, arricchimento di pochi, spostamento del reddito dal lavoro verso il capitale, disastro nei conti pubblici, distruzione dei sistemi di welfare, ecc…) dall'altra produce sofferenze profonde per la mancanza dei cosiddetti beni "relazionali" i quali possono essere prodotti solo attraverso un lavoro gratuito.

L'annientamento del valore del lavoro gratuito è il lavoro sottile ma profondo che compie il sistema del capitale affinché noi lavoriamo incessantemente al suo servizio.

L'annientamento del valore del lavoro gratuito è quello che ci sta privando del calore di una famiglia, della gioia dei figli, della vita comunitaria, della felicità vera… mentre le nostre vite sono sempre più schiacciate da orari di lavoro massacranti e da spese opprimenti.

La scelta di una vita più semplice, di una sobrietà del vivere (eliminando tutto ciò che serve per apparire), la preparazione del cibo che si mangia, la condivisione, l'efficientamento, l'utilizzo delle energie rinnovabili e diffuse sono tutti strumenti potentissimi in grado di farci riguadagnare questa importante dimensione della vita che abbiamo perduto… Ed è anche un modo efficace  per riportarci nei limiti delle capacità del pianeta e per "ridurre" gli eccessi del capitale.

Ci lamentiamo sempre di una iniqua ripartizione del reddito e delle opportunità che nessuna forza politica ha la capacità o la volontà di modificare… ma c'è una iniquità che possiamo sconfiggere e che dipende solo da una nostra scelta:

quella che ha esaltato oltre ogni ragionevolezza il lavoro retribuito (e quindi il consumo materiale di beni e servizi) mentre ha schiacciato il lavoro gratuito (quello per la famiglia e per la comunità). Sta a noi agire per riportare l'equilibrio in questa fondamentale equazione per la nostra felicità e per il nostro futuro.

Del resto il "lavoro gratuito" è la cosa che più ci avvicina a Dio, la cosa che più ci fa rassomigliare a Lui… perché questo Amore è offerto agli altri gratuitamente senza chiedere nulla in cambio.

Con il lavoro gratuito ciascuno di noi si riempie dello Spirito di Dio e sparge Amore come semi che fecondano la vita.

Ma affinché tutto ciò possa accadere… c'è bisogno di umiltà. Umiltà per scegliere di rinunciare ad una parte del nostro tempo che potremmo dedicare ad un lavoro retribuito… per offrire il lavoro gratuito necessario a plasmare e a far rifiorire una vita bella e gratificante.

Una vita che nasce direttamente dalle nostre mani… perché è Dio stesso che agisce attraverso di noi.

E' bello rientrare a casa dal lavoro e trovare qualcuno ad aspettarti... è bello ritrovare il calore di un camino acceso… una casa rassettata e la cena pronta sul fuoco… è bello infilarsi in un letto caldo avvolto con lenzuola che profumano di pulito… è bello ritrovare i vestiti lavati e ordinati nei propri cassetti…

E' bello trovare la macchina in ordine e pulita pronta per uscire… la caldaia funzionante… e la lavatrice aggiustata… la lampadina cambiata o la finestra sistemata…

E' bello che qualcuno nella nostra famiglia ci ami così con "spirito di gratuità" e lo faccia anche con l'umiltà della discrezione senza stare li a dire… perché il lavoro gratuito diffonde nella casa e dentro la famiglia un soave profumo di Amore.

 

 

Nicola Di Vico